L’approccio clinico
Come ogni approccio medico, la terapia nutrizionale clinica inizia con l’anamnesi del paziente. La sua storia familiare, quella personale, i sintomi avvertiti. E, soprattutto, il suo modo di alimentarsi e desiderare il cibo.
Ma al di là di ciò che il paziente dice, è il suo corpo a parlare per lui: la postura, il tono umorale, il piglio, la vivacità dello sguardo, la tonicità dei tessuti, le proporzioni corporee. Tutto racconta del suo stato vitale e del suo equilibrio complessivo.
Abbiamo detto che l’essere umano è un complesso laboratorio biochimico in continua attività.
Per questo è spesso opportuno procedere con delle analisi di laboratorio, a partire dalle più semplici, come l’esame delle urine. Ciascuno di noi infatti elabora in modo diverso ciò che ingerisce: il metabolismo dell’adolescente è diverso da quello dell’anziano; quello del diabetico, dell’iperteso o del soggetto affetto da ipercolesterolemia è diverso da quello dell’atleta olimpionico.
Particolarmente significativa la differenza tra uomini e donne. Queste sono soggette a flussi ormonali totalmente dissimili: in età fertile, in gravidanza, in menopausa. La loro dinamica biochimica è perciò diversissima da quella maschile, e con essa il modo di assimilazione dei principi vitali del cibo. Il cui eccesso o squilibrio, ad esempio, è trasformato in accumuli adiposi dislocati in distretti che sono tipicamente femminili.